mercoledì 27 aprile 2016

Zita, la vergine dei fiori

Mercoledì 27 Aprile - LUCCA

Nel XIII secolo viveva, in un paesino vicino a Lucca, una famiglia numerosa e poverissima.
Un giorno, la figlia maggiore decise di lasciare la casa paterna e di recarsi a Lucca a servizio, in modo da poter togliere ai genitori il peso di una bocca in più da sfamare ed al contempo potergli inviare periodicamente un po’ di soldi. A malincuore i genitori acconsentirono e così Zita lasciò il paese di Monsagrati per recarsi in città a sevizio dalla nobile famiglia Fatinelli, proprietaria del grande palazzo dove sorge la chiesa di San Frediano.
All’inizio la fanciulla dovette subire le angherie degli altri servitori che la schernivano per i suoi modi semplici e grezzi da autentica campagnola, ma con la buona volontà e con il lavoro seppe farsi rispettare ed amare da tutti. La signora Fatinelli ebbe tanta stima di lei da affidargli la cura dei suoi figli più piccoli. Zita era estremamente religiosa e passava le sue giornate fra i lavori di casa e la preghiera.
Fra i lavori che le erano affidati c’era anche quello che riguardava l’impasto e la cottura del pane che, a quei tempi, ogni famiglia faceva per sé, cucinandolo nel grande forno di mattoni che ogni casa possedeva. Una mattina Zita, dopo aver accuratamente setacciato tutta la farina, si recò nella chiesa di San Frediano a pregare e lo fece così intensamente da non accorgersi del passare del tempo. Quando si accorse dell’ora tarda si rese conto che doveva ancora impastare la farina, farne dei pani, metterli a lievitare ed infine cuocerli: non avrebbe mai fatto in tempo! Corse in cucina e vide, con meraviglia, che la farina era stata impastata, i pani lievitati e pronti per essere infornati. Zita non capiva chi potesse aver fatto tutto quel lavoro quando, all’improvviso, sentì un coro di angeli ed essa comprese che erano stati loro a lavorare al suo posto mentre lei pregava il Signore.
Le strade di quei tempi erano frequentate da poveri e viandanti, molti dei quali erano pellegrini che percorrevano la Via Francigena, che cercavano aiuto e qualcosa da mangiare. Per aiutarli Zita era solita raccogliere gli avanzi di casa Fatinelli e distribuirli a coloro che avevano fame. I poveri lo sapevano e ogni giorno aspettavano che la ragazza uscisse di casa con gli avanzi del pane che portava in strada avvolti nel suo ampio grembiule. La notizia giunse all’orecchio del padrone che non gradì affatto, per cui il giorno seguente si appostò in strada e, quando Zita uscì con il suo grembiule pieno, gli si avvicinò domandandogli: “Zita, cosa porti nel grembiule? Aprilo e fammi vedere!”. Zita si sentì morire, conoscendo la tirchieria del suo padrone invocò Dio che l’aiutasse e rispose: “Nel mio grembiule ci sono solo fiori” e quando lo aprì comparvero veramente solo rose e tantissimi fiori. Dopo che il Fatinelli, scusatosi, era rientrato in casa con la coda fra le gambe per aver pensato male, Zita riaprì il grembiule e lo trovò miracolosamente pieno di panini appena usciti dal forno che poté distribuire ai suoi amati poveri. Finito di mangiare uno di essi, disse: “Ho sete, avresti un po’ d’acqua?”. Zita si recò al pozzo (quello che esiste ancora in Via Fontana) e vi immerse il secchio per poi offrirlo al povero. Con meraviglia il secchio era pieno di ottimo vino ed ogni volta che lo riempiva d’acqua questa si trasformava nuovamente in vino. Zita crebbe amata da tutti, la sua vita fu lunga e accompagnata da molti miracoli fino al momento in cui si concluse. Un giorno, era il 27 aprile del 1278, le campane della chiesa di San Frediano si misero a suonare a festa con un suono così forte e melodioso che giunse agli orecchi di tutti gli abitanti di Lucca. La gente si chiedeva il perché di questo scampanio festoso ed il parroco corse a vedere chi suonava le campane senza che lui ne avesse dato l’ordine. Arrivato al campanile, trovò la porticina chiusa a chiave e, una volta aperta, si accorse che dentro non c’era nessuno eppure le campane suonavano a distesa. Incredulo, uscì dal campanile e proprio allora sentì la gente che urlava piangendo “È morta Zita, la domestica dei Fatinelli”. Allora comprese: nell’attimo in cui Zita aveva cessato di respirare le campane della chiesa avevano cominciato a suonare a festa per annunciare l’arrivo della santa in Paradiso. Il suo corpo, vestito di seta ed adornato di fiori, fu esposto nella chiesa di San Frediano, dove ancor oggi si conserva miracolosamente. Dell’antico paramento rimane oggi solo la cintura, mentre l’abito le è stato fatto rifare dalla Duchessa Elisa Baciocchi nel 1822. I lucchesi la venerarono come santa sin dai primissimi giorni dopo la sua morte ed il nobile Lando di Buonagiunta nel 1290 lasciava una somma di denaro da distribuirsi fra i poveri nel giorno della festa (27 aprile). Nello Statuto del Comune di Lucca del 1308 viene definita Santa, anche se per la chiesa si dovette attendere il 1519, quando il Papa Leone X concesse che nel giorno della Festa fosse celebrata una messa con l’ufficio del rito doppio. Fu papa Innocenzo XIII che nel 1695 approvò il culto della Santa iscrivendone il nome nel martirologio romano.
Per tutti i motivi sopra descritti, ogni anno il 27 aprile, sin da quel lontano 1279, le campane delle chiese lucchesi suonano a festa ed i fiori della primavera colorano le vie che videro i suoi miracoli.
Il popolo converge numeroso sulla città ammirando la tradizione del mercato dei Fiori, dove i fedeli sono soliti acquistare mazzetti di fiori di campo da far benedire accostandoli al corpo della santa, che è co-patrona della Diocesi di Lucca (assieme a San Paolino) e Santa protettrice delle domestiche.
Da anni la Compagnia Balestrieri è chiamata ad offrire la Guardia al corpo della Santa ed in segno di devozione e rispetto siamo sempre presenti con una rappresentanza durante lo svolgimento delle cerimonie ufficiali presiedute dal Vescovo.

Massimo Baldocchi
Vicario della Compagnia Balestrieri Lucca

lunedì 25 aprile 2016

Gara della Libertà - VOLTERRA

Domenica 25 Aprile 2016 – VOLTERRA

Bellissima giornata quella trascorsa a Volterra per la "Festa della Libertà".

Al torneo, disputato al campo di tiro esterno presso la sede della Compagnia Balestrieri della Città di Volterra, erano iscritti 71 balestrieri delle seguenti città: Compagnia Balestrieri della Città di Volterra, Compagnie Balestrieri Lucca, Associazione Contrade S. Paolino, Società dei Terzieri Massetani e Montefalco.

La disfida si è conclusa con la vittoria del nostro balestriere Giuseppe Dal Poggetto. Dopo i classici turni di selezione che hanno ridotto il numero dei balestrieri al tiro, con buoni risultati per la nostra compagnia, presenti con 16 balestrieri, si è giunti alla finale a 5, in cui Dal Poggetto, l'ultimo dei lucchesi rimasti in gara, con un ottimo centro al primo tiro, ha ipotecato da subito la vittoria.



Classifica "Festa della Libertà" - 25 Aprile 2016
  1. DAL POGGETTO Giuseppe - Compagnie Balestrieri Lucca
  2. FABBRI Fabrizio - Compagnia Balestrieri della Città di Volterra
  3. BINI Francesco - Società dei Terzieri Massetani
  4. MASSERIZZI Roberto - Società dei Terzieri Massetani
  5. MORI Michele - Società dei Terzieri Massetani



Compagnia Balestrieri Lucca

Riviste giornalistiche che parlano dell'evento