domenica 29 luglio 2018

23° Disfida del TriCorniolo

Domenica 29 Luglio 2018 - SAN MARINO

Presso una Cava dei Balestrieri gremita di pubblico di ogni età, si è svolta la 23° Disfida del Tricorniolo. 

Gara sempre molto ambita nel palcoscenico di tiro con la balestra da banco.


Le squadre presenti erano le tre compagini facenti parte della FIB (Federazione Balestrieri Italani) ovvero la Compagnia Balestrieri di Lucca, la Società Terzieri Massetani e i padroni di casa della Federazione Balestrieri Sammarinesi, con 8 tiratori a città.


La squadra di Lucca era composta da Elia Rossi, Federico Del Carlo, Antonio Corsini, Marco Del Pellegrino, Paolo Teani, Giacomo Raffaelli, Giulio Cesare Raffaelli e Giuseppe Dal Poggetto.
 

Con un tiro eccellente Marco Del Pellegrino seduto sul pancaccio ha preso la mira da 36 metri e ha centrato il bersaglio risultando il vincitore. E' stato anche l'unico a violoare il cilindro di 4 cm che era il centro del Tricorniolo.


Un altro lucchese, Federico Del Carlo, ha conquistato il secondo gradino del podio,  mentre al terzo posto si è classificato il massetano Mario Leone già Re della Balestra 1983.

Vincitori della 23° Disfida del TriCorniolo

  1. Marco DEL PELLEGRINO (Lucca)
  2. Federico DEL CARLO (Lucca)
  3. Mario LEONE (Massa Marittima)

Compagnia Balestrieri di Lucca


mercoledì 25 luglio 2018

La Spada e la Rosa d’oro del Gonfaloniere


Mercoledì 25 Luglio 2018 - LUCCA

LA SPADA E LA ROSA D’ORO DEL GONFALONIERE

Voglio parlarvi oggi di due oggetti che siamo soliti portare in sfilata e che, i più, non ne conoscono le origini ed il significato: La Spada e la Rosa d’oro del Gonfaloniere.

LA SPADA
La spada è sempre stata, per il possessore, il segno che ne denunciava la condizione militare o cavalleresca e, per questo segnacolo di status sociale.
Nell’antica Roma non occorreva portarla bensì era sufficiente apparire cinti di ciò che la sosteneva: il cingulum militiae.
A livello statale, intese come esplicite icone del potere, ci sono le spade di stato e le spade cerimoniali.
Le prime sono presenti nel tesoro della corona e compaiono in pubblico solo nelle ricorrenze più importanti.
Le seconde sono armi singolari e vengono utilizzate per dimostrare un segno di rispetto e riconoscenza a capi di stato e/o comandanti militari: Il conferimento avveniva durante cerimonie il cui scopo era di mettere in evidenza il potere e l’autorità di chi la riceveva, ma anche di chi la donava. Pur discendendo da armi, per la sovrabbondanza di incisioni e per l’uso di metalli nobili e pietre preziose, il loro scopo non era più quello della guerra bensì erano sinonimo di nobiltà.
Una variante della spada è lo stocco che è contraddistinto dalla maggiore lunghezza e dalla mancanza del filo perché destinato a colpire di punta. Per tale motivo si presentava come un’arma molto acuminata ed a sezione in genere triangolare; nei secoli dal XIV al XVI ne era dotata la cavalleria pesante. Smesso l’uso bellico restò la destinazione come arma cerimoniale, tant’è che, nel ‘700, dalla Santa Sede, per ben quattro volte e per l’abnegazione mostrata dall’Ordine nella tuitio fidei, fu conferita, ai Gran Maestri dell’Ordine di Malta, con la cerimonia detta, appunto, dello Stocco e del Pileo. Tale cerimonia è però più antica e ce n’è traccia sin dal 1386, quando Papa Urbano VI l’assegnò al Gonfaloniere della Repubblica di Lucca Forteguerra de’ Forteguerra. Il Papa era ospite a Lucca per il Natale e volle ringraziare il Forteguerra per il servizio da lui svolto come chierichetto nella Messa di Natale con un done particolare: "un cappello di bievora, foderato di vaio, con una aquila di perle in quello rachamata, e una spada col polso et elsa dorato, con la guaina di vegliuto vermiglio, con una cintura grande d'una fecta di seta coperta tucta d'aguile d'argento dorate"
In ricordo di quel prestigioso dono il Gonfaloniere, da quel lontano 1386, ebbe sempre a sfilare accompagnato dal suo paggio particolare che recava in mostra il famoso stocco d’oro donato dal Papa.

LA ROSA D’ORO
Altra importante onorificenza papale di cui Lucca fu insignita ben due volte era: La rosa d’oro.
La prima Rosa d’oro fu donata, in occasione di una sua visita a Lucca, dal Papa Gregorio XII a Paolo Guinigi nel 1408 per i meriti avuti da Lucca nella difesa del Papato mentre la seconda fu donata da Papa Pio IV nell’anno 1565. Era tradizione che il Gonfaloniere esponesse “la rosa d’oro” sulla tavola in occasione dei pranzi ufficiali. Ultimamente La rosa d’oro viene donata dal Papa non più ai singoli bensì alle Nazioni che più si sono distinti in atti di giustizia e di pace.


Massimo Baldocchi
Vicario della Compagnia Balestrieri Lucca

giovedì 12 luglio 2018

44° Palio di San Paolino

Giovedì 12 Luglio 2018 - LUCCA

Nella splendida cornice del duomo di Lucca, piazza San Martino, si è disputato il 44° Palio di San Paolino, tra i tre terzieri cittadini della Compagnia Balestrieri Lucca, in onore del patrono della città San Paolino martire.

Nell'attesa dell'arrivo del corteo storico, la piazza è stata teatro di varie esibizioni da parte del gruppo danze rinascimentali della Compagnia Balestrieri Lucca. Nello specifico si è trattato di tre tipologie di danza storica, per iniziare con uno "Sperò" con diversi ritmi musicali, a seguire una "Leggiadra" dove il cavaliere deve scegliere la sua madonna e un "Peterien" dove i danzatori salutano la piazza augurando buon divertimento alle autorità, ai turisti e agli spettatori presenti, seduti sulle gradinate fatte allestire  ad hoc dall'amministrazione comunale.

Successivamente si è esibito il menestrello Gildo De Fantaldi che ci ha introdotto l'epoca delle balestre, con alcune ballate dedicate ai balestrieri e a Lucca all'epoca dei primi palii e gare ovvero il 1443, anno dell'Ordo Pro Balistrarii, risultante, ad oggi, il più antico regolamento di gara di tiro mai reperito in Europa. La prima ballata era dedicata ad Ilaria Del Carretto, mentre la seconda era la canzone dei balestrieri che viene interpretata da lui medesimo da oltre 40 anni.

Alle 21.30 è giunto in piazza San Martino il corteo storico proveniente da via delle trombre. In testa al corteo l'abaro della Compagnia Balestrieri Lucca era scortato dal Maestro di Campo. Di seguito sbandieratori e musici, poi è stata la volta dei figuranti, che rappresentavano il governo dell'antica Repubblica di Lucca, seguiti dal gruppo arceri, capeggiato dal proprio Maestro d'Arma, e dai balestrieri. A capo fila c'era il vincitore del Palio di San Paolino dell'edizione passata, ovvero Marco PORQUEDDU che indossava il collare d'argento massiccio, simbolo della vittoria del Palio, realizzato dal noto argentiere lucchese Nello Giovacchini. Di seguito c'erano gli altri componenti del suo terziere, ovvero quello di San Paolino, identificati dal colore rosso del loro costune, poi i balestrieri di San Martino individuati dal colore nero e infine il terziere di San Salvatore con il colore verde.

Dopo l'ingresso in piazza San Martino i balestrieri si sono schierati per assistere all'esibizione del gruppo sbandieratori che ha esibito la propria arte con quattro distinti numeri accompagnati dal ritmo dei tambuti. In seguito la scena è stata lasciata a tre figuranti ovvero il Capitano del Popolo, il Gonfaloniere di Giustizia e l'Ufficiale di Custodia. Quest'ultimo ha letto il bando di gara, che si conclude con le fatidiche parole "uomini al tiro".

Di fatto i 26 balestrieri iscritti alla gara, si sono preparati per iniziare il Palio. Il primo balestriere designato per il tiro, è stato il vincitore della passata edizione Marco PORQUEDDU che si è posizionato sul pancaccio sinistro rispetto alla "brocca" e poi tutti gli altri in base al sorteggio effettuato dal Sindaco nella conferenza stampa di martedì 10 luglio.
 

panaccio sinistro - pancaccio destro 

1 - Marco Porqueddu (San Paolino)

2 - Nicola Luchetti (San Martino) / 3 - Giacomo Raffaelli (San Salvatore)

4 - Giulio Cesare Raffaelli (San Salvatore) / 5 - Alberto Collodi (San Salvatore)

6 - Luca Bianchi (San Salvatore) / 7 - Elia Rossi (San Martino)

8 - Eugenio Lencioni (San Paolino) / 9 - Alessandro De Servi (San Paolino)

10 - Roberto Bellandi (San Salvatore) / 11 - Lamberto Tovani (San Salvatore)

12 - Antonio Corsini (San Paolino) / 13 Simona Ceccarini (San Paolino)

14 - Giovanni Lombardi (San Salvatore) / 15 - Giuseppe Dal Poggetto (San Salvatore)

16 - Francesco Bellandi (San Salvatore) / 17 - Oscar Bianchini (San Martino)

18 - Pier Adolfo Bartoletti (San Martino)

19 - Massimo Baldocchi (San Martino) / 20 - Marco Del Pellegrino (San Paolino)

21 - Paolo Teani (San Paolino) / 22 - Barbara Cerasomma (San Paolino)

 23 - Damiano Marchio' (San Paolino) / 24 - Attilio Rapetti (San Paolino)

25 - Lorenzo Raffaelli (San Salvatore) / 26 - Dino Tozzini (San Salvatore) 

Ultimati i tiri in corniolo il Maestro di Campo e il Maestro d'Armi sono andati a prelevare la "brocca" colma di frecce conficcate e hanno poi fatto il giro della piazza esibendola alle autorità e a tutti gli spettatori presenti. Dopo di che hanno iniziato a togliere le frecce dal corniolo, iniziando da quelle più esterne e andando così ad individuare i quattro migliori classificati.
Nel frattempo nella piazza sono tornati protagonisti gli sbandieratori con altre quattro esibizioni accompagnati come al solito dal ritmo dei tamburi.

Di nuovo in piazza è tornato protagonista l'Ufficiale di Custodia, accompagnato dal Capitano del Popolo, dal Gonfaloniere di Giustizia, dal Maestro di Campo e dal Maestro d'Arme, per la proclamazione dei vincitori.

Quarto classificato Massimo BALDOCCHI, terzo Francesco BELLANDI, secondo Antonio CORSINI, primo et miliore e vincitore su tutti Alberto COLLODI.
 

Viene consegnato il Cencio del Palio agli altri componenti del terziere di cui fa parte il vincitore.
Dopo il passaggio di consegne del collare di campione da parte del vincitore dell'anno passato e la consegna del premio da parte del sindaco, Alberto COLLODI è stato caricato di peso sulle spalle dai compagni di terziere che gli hanno fatto fare il giro della piazza festeggiandolo e acclamandolo. Al contempo il Maestro d'Arme esibiva il corniolo con la sola freccia del vincitore alla piazza e ai balestrieri degli altri terzieri.
Contemporaneamente sono tornati di scena in piazza per un'ultima esibizione gli sbandieratori e il gruppo musici.

Classifica del 44° Palio delle Balestre in Onore di San Paolino:

  1. Alberto COLLODI - San Salvatore
  2. Antonio CORSINI - San Paolino
  3. Francesco BELLANDI - San Salvatore
  4. Massimo BALDOCCHI - San Martino

Compagnia Balestrieri Lucca

 
                                                                                    

                                                                                   
                                                                                  
                                                                                      
                                                                                    
                                                                               
                                                                             
                                                                              
                                                                             
                                                                               
                                                                            
                                                                                  
                                                                                    
                                                                                     
                                                                                   
                                                                                                                                                 
  
 44° Palio delle Balestre in Onore di San Paolino (versione integrale)
 

mercoledì 11 luglio 2018

Papi lucchesi

Mercoledì 11 Luglio 2018 - LUCCA

PAPI LUCCHESI

Pochi sanno che Lucca nell’antichità ha dato i natali a tre Papi: Lucio III della Famiglia lucchese degli Allucingoli eletto nel 1181, Alessandro II milanese di nascita ma lucchese di adozione eletto nel 1061 e Niccolò V nato a Sarzana ma a lungo residente in Lucca.

ALESSANDRO II
Il suo nome era Anselmo da Baggio ed era nato a Milano ma si era trasferito giovanissimo a Lucca dove aveva intrapreso la carriera ecclesiastica diventando Vescovo della città nel 1057. In quegli anni Lucca non aveva ancora conquistato la sua autonomia di Libero Comune ed era quindi ancora sotto il controllo del marchese di Toscana Guelfo (padre della celebre Matilde di Canossa). Uomo di chiesa molto vicino al popolo seppe affrontare e risolvere i contrasti che stavano sorgendo contro il Marchese riuscendo a mantenere la pace all’interno della città. Alla morte del Papa Niccolò II il Conclave decise di scegliere lui come successore al soglio papale e gli fu mandata una delegazione per comunicargli la nomina. La delegazione romana arrivò a Lucca senza trovare Anselmo che si era recato a consacrare la chiesa di S. Quirico in Monticello (odierna Monte San Quirico). L’arrivo dei delegati fu comunque notato e tutto il popolo e le autorità cittadine decisero di andare incontro al novello Papa che fu raggiunto sulla strada del ritorno. Anselmo, che da Papa volle chiamarsi Alessandro II, si fermò sul greto del fiume Serchio dove raccolse un pugno di sabbia e, lanciatola in aria, dichiarò che avrebbe concesso tante indulgenze quanti erano i granelli di quella sabbia a tutti i fedeli che, ogni anno in quel giorno, avessero visitato la chiesa appena consacrata. Purtroppo, il suo mandato non fu facile per i contrasti con l’imperatore che non volle mai riconoscere la sua elezione arrivando a nominare un “suo” Papa nella figura di Onorio II.  Ottone II al comando di un esercito imperiale discese in Italia sino a raggiungere Roma dove si insediò nella Città Leonina da cui però dovette fuggire dopo pochi giorni per il sopraggiungere di un forte esercito guidato da Goffredo di Toscana con il compito di ripristinare in carica il legittimo Papa. Nell’aprile del 1061 Alessandro II rientrava in Roma da cui convocò un Concilio che lanciò una scomunica contro Onorio. Solo nel 1064 fu convocato un nuovo Concilio dove fu trovato un accordo fra i vescovi italiani e quelli tedeschi per porre fine alle lotte e riconoscere definitivamente Alessandro II come unico Papa.  Finalmente   Alessandro poté svolgere il suo mandato sino al 1073 grazie anche ai buoni rapporti che aveva con Matilde di Canossa da lui conosciuta sin da bambina.  Nel decennio in cui fu Papa non volle comunque lasciare la sua carica di Vescovo di Lucca di cui si interessò sempre arrivando ad essere il promotore della costruzione del nuovo Duomo di san Martino (1070). Concesse molti privilegi alla sua città autorizzando i suoi governanti a poter usare, nei diplomi, il suo sigillo plumbeo raffigurante l’effige di San Pietro e di San Martino. Il suo pontificato riportò la chiesa di Roma nel contesto europeo in quanto seppe svolgere un’attenta opera di riavvicinamento ai singoli regni inviando il vessillo papale al duca normanno Guglielmo nella campagna contro gli inglesi e al re di Spagna nella conquista della Sicilia araba.
Morì a Roma il 21 aprile del 1073 e fu sepolto nella Basilica lateranense.

LUCIO III
Cittadino lucchese della nobile famiglia Allucingoli (che aveva le sue case vicino a Piazza Bernardini) Ubaldo Allucingoli fu eletto a Velletri dopo la morte del papa Alessandro III il 6 settembre del 1181. Come cardinale e messo papale aveva svolto molte missioni presso l’Imperatore Federico Barbarossa che appunto lo stimava molto sia per le doti umane che per quelle politiche.
Durante il pontificato poté risiedere solo un anno a Roma a causa dei contrasti con i cittadini che aspiravano a raggiunger la libertà comunale. Altra discordia si ebbe per la conquista del castello di Tuscolo di cui i romani volevano impossessarsi mentre il Papa lo riteneva proprio e per questo chiamò Cristiano di Magonza che sgominò gli assedianti. I romani non gradirono l’azione dimostrando un vero odio contro tutto il clero al punto che arrivarono a catturare un certo numero di preti, e dopo averli accecati tutti, li caricarono bendati su degli asini rimandandoli dal Papa. Lucio, visti i rapporti con il popolo fuggì da Roma rifugiandosi a Verona. Qui ebbe altri contrasti con l’imperatore Barbarossa cui chiedeva la restituzione dell’eredità di Matilde di Canossa che il Vaticano voleva per sé mentre l’Imperatore non ne voleva sapere. Nel 1180 fu il principale artefice dell’editto di Costanza in cui si bandivano dalla Chiesa i Catari ed i Valdesi.
Morì a Verona il 25 novembre 1185 e fu sepolto nel Duomo della città.

NICCOLÒ V
Tommaso Parentucelli, nato probabilmente a Sarzana il 15 novembre 1397. Addottoratosi in teologia all'università di Bologna, salì presto verso i più alti gradi della carriera ecclesiastica divenendo, vescovo di Bologna e poi cardinale, oltre che per la sua larga cultura anche per le doti di abilità e di tatto che erano precipue del suo temperamento. Diplomatico finissimo e di spiriti concilianti, egli si preoccupò subito di porre termine allo scisma che dilaniava la Chiesa avviando trattative con Luigi duca di Savoia per l'abdicazione alla tiara di suo padre Amedeo VIII, l'antipapa Felice V. E riuscì pienamente nell'intento, facendo leva da una parte, per mezzo del re Carlo VII di Francia, sull'ambizione di Luigi di Savoia che drizzava le sue aspirazioni verso Milano e aveva bisogno perciò dell'aiuto francese, dall'altra sulla sottomissione dei principi e della chiesa tedeschi coi quali venne a un accordo, col concordato di Vienna del 17 febbraio 1448, intorno all'annosa questione della collazione dei benefici ecclesiastici. Così il 7 aprile 1449 Felice V rinunciava spontaneamente al papato, e con la sua rinuncia la Chiesa, dopo circa settant'anni di scisma, riconquistava la sua unità. N. non volle approfittare della vittoria: Amedeo VIII fu creato cardinale vescovo di Sabina e ricolmato di onori e di privilegi, i padri del concilio di Basilea furono assolti da tutte le censure e confermati nei loro benefici, e il pontefice poté sperare di giungere in breve a quella piena restaurazione dell'autorità della Chiesa, che era indispensabile per attuare l'ideale, ch'egli sempre perseguì, di un regno pacifico e sereno, allietato dal fasto e dal culto delle lettere e delle arti. Poiché la pace fu veramente una delle sue aspirazioni predominanti. Ma la pace di cui si preoccupò fu molte volte esteriore e ottenuta solo temporaneamente a prezzo di espedienti diplomatici. In fondo, nel suo stesso spirito di conciliazione si celava spesso un certo atteggiamento di agnosticismo di fronte ai tradizionali ideali religiosi e politici del papato. Ciò spiega, per es., il favore dato al Valla e al Poggio, spiritualmente ormai in piena opposizione con la Chiesa, l'indulgenza verso S. Porcari nel 1447 e nel 1450, e l'incomprensione dei suoi ideali, l'indifferenza di fronte alla caduta di Costantinopoli. Massimi interessi del suo spirito erano invece quelli proprî dell'umanesimo erudito e cortigiano: il culto delle antiche lettere, il ciceronianismo, l’otium cum dignitate, l'amore per la ricchezza, il favore dato alle arti. Non che mancassero del tutto durante il suo regno anche i segni dell'attività di quella corrente dell'umanesimo che mirava a un profondo rinnovamento della Chiesa e della vita cristiana: il cardinale Niccolò da Cusa fu inviato, p. es., nei territori dell'impero per restaurare l'ordine e la disciplina ecclesiastica, sconvolti durante il grande scisma; Giovanni da Capistrano andò come legato quasi a evangelizzare di nuovo la Germania meridionale, l'Austria e la Moravia; nel giubileo del 1450 venne solennemente innalzato agli onori degli altari S. Bernardino da Siena. Ma N. V è anche il papa che non esitò, di fronte alle necessità di danaro per i suoi grandiosi progetti edilizî, a vendere le indulgenze in Germania e in Francia, sì che egli ci appare più come precursore di Leone X che non di Adriano VI o di Paolo IV.
Anche con l'impero seguì una politica di conciliazione e di compromesso, aderendo, alla fine, al desiderio che Federico III aveva più volte espresso di essere coronato, e la cerimonia avvenne senza incidenti, a Roma, il 17 marzo 1452, quantunque i rapporti tra i due poteri rimanessero, poi, sempre avvolti in un'aura di reciproca diffidenza.
Più fortunata fu l'opera di N. V, nel riordinare lo stato della Chiesa, che sotto il suo governo godette di un periodo di vera prosperità. I nobili più riottosi furono attirati verso la Chiesa con la concessione di vicariati, dovunque fu ristabilito l'ordine e la sicurezza; perfino Bologna, sempre fiera della sua indipendenza, si sottomise il 24 agosto 1447 al pontefice, che vi inviò come governatore il cardinale Bessarione. Ma la congiura del gennaio 1453 di Stefano Porcari che egli aveva già perdonato due volte e nel 1450 aveva inviato in non duro esilio a Bologna, infranse completamente le illusioni e le nostalgie di pace di N. V, sì che il suo animo s'inasprì ed egli infierì nelle condanne e nelle esecuzioni. D'allora in poi il pontefice cadde in uno stato di tristezza e di diffidenza da cui non si rilevò più fino alla morte, avvenuta nella notte tra il 24 e il 25 marzo del 1455.
Il suo amore per le arti e per le lettere fa di lui il primo papa del Rinascimento. E appunto sotto questo aspetto il papato di N. ha un'importanza veramente considerevole nella storia della cultura. Egli si circondò di eruditi e umanisti, ai quali concesse favori, uffici e pensioni, senza preoccuparsi eccessivamente né dei loro atteggiamenti spirituali né dei loro costumi. Leon Battista Alberti, Giannozzo Manetti, Vespasiano da Bisticci, il Marsuppini, il Filelfo, il Decembrio, Giorgio da Trebisonda, Lorenzo Valla, Poggio Bracciolini ebbero larga accoglienza alla sua corte. Il papa profuse tesori per raccogliere manoscritti e la sua biblioteca ricca di circa un migliaio di codici, costituì il primo nucleo di quella che fu poi la Biblioteca Vaticana. Ma, oltre a manoscritti, il pontefice comprava anche gioielli, opere d'arte, paramenti fastosi, sete e damaschi di valore, mobili di lusso. I migliori artisti del tempo furono invitati a Roma: il Beato Angelico, Piero della Francesca, Andrea del Castagno, Benedetto Buonfigli di Perugia. Il Vaticano, la basilica di S. Pietro e le principali chiese di Roma furono restaurate; il quartiere dei Borghi fu completamente ricostruito; a N. pure si deve la fontana di Trevi, poi rifatta da N. Salvi.

Massimo Baldocchi
Vicario della Compagnia Balestrieri Lucca

LUCIO III

Stemma di LUCIO III

sabato 7 luglio 2018

52° Torneo Nazionale della Balestra - MASSA MARITTIMA 2018

Sabato 07 Luglio 2018 - MASSA MARITTIMA

 
Nella splendida cornice della Cattedrale di San Cerbome, si è svolta un'avvincente gara di tiro con la balestra antica da postazione, che ha visto sfidarsi i migliori tiratori della città di Lucca, Massa Marittima e della Repubblica di San Marino. Dopo una serie di 15 tiri per città, Massa Marittima è risultata la migliore con punti 300, San Marino a pochi punti si è classificata seconda e Lucca terza.
 
La squadra lucchese era composta Luca Bianchi, Giacomo Raffaelli, Giuseppe Dal Poggetto, Federico Del Carlo, Marco Porqueddu, Oscar Bianchini, Giulio Cesare Raffaelli, Damiano Marchio', Paolo Teani, Marco Del Pellegrino, Alberto Collodi, Elia Rossi, Eugenio Lencioni, Pier Adolfo Bartoletti e il Maestro d'Arme Dino Tozzini.

Successivamente i tre migliori tiratori di ogni città, si sono sfidati per il titolo di “Re della Balestra”. La classifica finale, dopo i tiri nel bersaglio detto "corniolo", ha visto aggiudicarsi il titolo il massetano Luciano DONATI, mentre al secondo a pochi decimi di millimetro il portacolori di casa Giuseppe DAL POGGETTO, già “Re” nel 2010, e al terzo posto si è classificato Lorenzo VOLTAN. Gli altri finalisti della città di Lucca sono Federico Del Carlo e Marco Porqueddu.

Classifica della gara a squadre de "52° Torneo Nazionale della Balestra"
  1. Società dei Terzieri Massetani, 300 punti
  2. Federazione Balestrieri Sammarinesi, 294 punti
  3. Compagnia Balestrieri Lucca, 271 punti

Classifica della gara individuale de "52° Torneo Nazionale della Balestra"
  1. Luciano DONATI (Società dei Terzieri Massetani)
  2. Giuseppe DAL POGGETTO (Compagnia Balestrieri Lucca)
  3. Lorenzo VOLTAN (Federazione Balestrieri Sammarinesi)
Compagnia Balestrieri Lucca


domenica 1 luglio 2018

Domenica 01 Luglio 2018 - LUCCA

🇮🇹
La Compagnia Balestrieri Lucca è lieta di invitare tutti voi ad uno degli eventi più importanti della nostra città: Il Palio delle Balestre in Onore di San Paolino, che si terrà il 12 Luglio alle ore 21:00 in Piazza San Martino!

Vi aspettiamo numerosi alla disfida tra i tre terzieri cittadini, San Paolino, San Martino e San Salvatore. La gara sarà inoltre arricchita dalla presenza di musici, sbandieratori, danze storiche e molto altro...

Non mancate, ingresso libero con posti limitati!



🇬🇧
Compagnia Balestrieri Lucca is proud to invite you to one of the most important living history events taking place annualy in our town: Palio of Crossbows in honor of St. Paolino.

This traditional competition honouring St. Paolino, patron of Lucca, will be held in San Martino square on Thursday, July 12 at 21:000.

You' ll be sure to enjoy the event watching the exhibitions of our drummers and flaggers, dances and so on!

The event is free entry! See you soon!

Compagnia Balestrieri Lucca