domenica 26 agosto 2018

21° Ludus Balistris

Domenica 26 Agosto - VOLTERRA

Nella suggestiva Piazza dei Priori si è svolta la 21° edizione del "Ludus Balistris", alla quale hanno partecipato due federazioni diverse nel tiro con la balestra antica, la F.I.B. (Federazione Italiana Balestrieri) e la L.I.T.A.B. (Lega Italiana Tiro Alla Balestra).

A questa gara hanno partecipato la Compagnia Balestrieri Lucca e la Società dei Terziere Massetani in rappresentanza della F.I.B., mentre per la L.I.T.A.B., oltre ai padroni di casa della Compagnia Balestrieri della Città di Volterra, la Compagnia Balestrieri della Marciliana (Chioggia), le Contrade San Paolino(Lucca).

La manifestazione si è aperta con il corteo per le strade di Volterra fino all'arrivo in piazza. Successivamente, si è tenuta la gara a squadre con 12 balestrieri per città al tiro nel unico bersaglio singolo, la gara è detta il "mazzo".
Terminata la prima fase, i quattro migliori balestrieri di ogni città si sono affrontati nella gara individuale in corniolo.

Per la Compagnia Balestrieri Lucca al tiro nel corniolo si sono cimentati: Antonio CORSINI, Giuseppe DAL POGGETTO, Lorenzo RAFFAELLI e Federico DEL CARLO.



Squadre 21° "Ludus Balistris" in ordine di tiro
  1. Antonio CORSINI, 30
  2. Giuseppe DAL POGGETTO, 30
  3. Marco PORQUEDDU, 22
  4. Dino TOZZINI, 26
  5. Lorenzo RAFFAELLI, 27
  6. Attilio RAPETTI, 26
  7. Barbara CERASOMMA, 24
  8. Giacomo RAFFAELLI, 20
  9. Roberto BELLANDI, 18
  10. Pier Adolfo BARTOLETTI,24
  11. Luca BIANCHI, 16
  12. Federico DEL CARLO, 27

Classifica della gara a squadre del 21° "Ludus Balistris"
  1. Società dei Terziere Massetani, 324 punti
  2. Compagnia Balestrieri della Città di Volterra, 309 punti
  3. Compagnia Balestrieri Lucca, 290 punti
  4. Contrade San Paolino (Lucca), 285 punti
  5. Compagnia Balestrieri del Palio della Marciliana di Chioggia, 264 punti

Classifica della gara individuale  del 21° "Ludus Balistris"
  1. Riccardo BERNARDINI, Società dei Terziere Massetani
  2. Antonio CORSINI, Compagnia Balestrieri Lucca
  3. Bruno CARAMELLI, Società dei Terziere Massetani
                                                                                                                       Compagnia Balestrieri Lucca
 


  






  


 
 








  

mercoledì 22 agosto 2018

Le Mura di Lucca _ 1 parte

Mercoledì 22 Agosto 2018 - LUCCA

LE MURA DI LUCCA _ 1 parte

STORIA

Tutti noi lucchesi amiamo le nostre mura splendido esempio di costruzione militare e, ai nostri giorni, di giardino pubblico. Molti sono coloro che spesso mi chiedono informazioni, spiegazioni e chiarimenti sulla loro storia e sul loro uso: Chi difendeva le mura? Con che tipo di armi? A cosa servivano le casermette? Sono domande comuni cui cercherò di dare una risposta su queste pagine. 
Ovunque si legge che Lucca ebbe tre cerchie di mura: quelle romane (secondo secolo d.C.), quelle medievali (1200) e quelle rinascimentali (1600). Veramente agli inizi del XV secolo (1400) la città si dotò di un’ulteriore cerchia muraria che comprendesse parte dei nuovi borghi ma essa non viene mai definita come “cerchia del 1400” in quanto non si trattò di una costruzione interamente nuova bensì di un allargamento della vecchia cinta medievale. Magari in un’altra occasione scriverò qualcosa anche sulle precedenti mura ma per adesso vorrei chiarire le origini e la storia di quelle attuali. 
Durante il XVI secolo la città di Lucca si trovò a dover affrontare il problema di un costante incremento della sua popolazione con conseguente costruzione di parecchie abitazioni fuori delle mura soprattutto nella zona limitrofa al Portone dei Borghi. 
Già nel secolo precedente si era cercato di risolvere il problema allargando le difese con la costruzione di alcuni baluardi esterni collegati alle mura medievali da palizzate e piccoli tratti di muro insufficienti però a garantire un’efficace protezione ai molti cittadini che abitavano “I borghi”.
Agli inizi del ‘500 il Consiglio degli Anziani, convinto della necessità della realizzazione di una grandiosa opera di rinnovamento delle Mura, deliberò l’inizio dei lavori preparatori per la realizzazione della nuova cerchia. Primo atto dei lavori fu l’emissione di un bando che prevedesse l’esproprio di tutti i terreni esterni alle mura con il conseguente abbattimento di qualunque costruzione vi sorgesse. Furono distrutti boschi, case e perfino la grande chiesa di San Donato ed il tutto per realizzare un’ampia area piana dove eventuali nemici non potessero trovare ripari dal tiro delle artiglierie. Il limite di quest’area è tuttora ricordato da una strada che gira attorno a tutta la città: Via delle Tagliate. Chissà quante volte vi sarete chiesti il perché di questo nome ebbene è un nome storico!
L’atto che, di fatto, dava il via al progetto delle mura è datato 29 Luglio 1513 e, badate, non parla di inizio della costruzione bensì di inizio del suo progetto. La decisione di celebrare nel 2013 i 500 anni delle mura mi lascia tuttora perplesso perché, di solito, certe celebrazioni si fanno per ricordare l’inizio dei lavori e non l’approvazione del progetto dei medesimi. Ebbene, la prima pietra delle nostre Mura fu posta in essere solo nel 1544 (magari fra 26 anni rifaremo la cerimonia del 500° bis). L’enorme cantiere durò quasi cento anni e fu organizzato e sorvegliato dall’Offizio sulle Fortificazioni creato dal Consiglio degli Anziani proprio per seguire i lavori. Per i progetti furono chiamati i principali architetti militari del tempo che si susseguirono nella realizzazione dei vari baluardi e porte. Milioni furono i mattoni necessari e grandissima la quantità di terra necessaria al riempimento dei terrapieni. In pratica tutte le fornaci lucchesi (Borgonuovo, Meati, Sant’Alessio, ecc.)  lavoravano per le mura e nel 1544 l’Offizio emise un bando per cui tutta la produzione delle fornaci doveva servire esclusivamente alla realizzazione dei mattoni per le mura! Tutti i cittadini furono chiamati a collaborare per la realizzazione dell’opera chi con contributi chi con il proprio lavoro manuale. I proprietari di carri residenti nei territori prossimi alla città erano obbligati a fornire, tre volte la settimana, il loro carro per trasportare la terra e le pietre necessarie ai lavori. La costruzione dei baluardi iniziò da quello di San Frediano (1589) per proseguire con quello di Santa Maria e quello di San Donato.
In tutto furono realizzati 10 baluardi ed una piattaforma (San Frediano) con uno sviluppo murario complessivo di 4400 metri. Le nuove mura, dell’altezza di 12 metri, avevano uno spessore di 2 metri ed un terrapieno di rinforzo di almeno 10 metri. Sin dai progetti iniziali era previsto che nei terrapieni fossero piantati degli alberi che, con le loro fronde, potessero impedire il passaggio di colpi di artiglieria sparati dall’esterno verso la città.  Per adesso penso di sospendere la storia delle nostre mura impegnandomi però, se la cosa può interessare, a proseguire nei prossimi giorni con la storia dei sistemi di difesa.


STRUTTURA

I baluardi erano dei veri e propri fortilizi autonomi capaci di opporre una grandissima mole di fuoco sulle truppe di eventuali assalitori. In tutto erano 10 più uno di minori dimensioni San Frediano che risultava essere una piattaforma. Nel progetto originale delle mura anche in questa zona doveva sorgere un baluardo ma data la particolarità del terreno esterno particolarmente ricco d’acqua per la vicinanza con il Serchio, che a quei tempi passava molto più vicino alla città, fu deciso di mantenere un tratto delle “vecchie” mura medievali integrandole con la nuova costruzione. Questo spiega perché le mura nel tratto compreso fra porta Santa Maria ed il Baluardo Santa Croce sono diverse. 
I baluardi di fatto erano fortilizi autonomi, dotati di armi, munizioni e viveri in grado di garantire la possibilità di resistere ad un assedio. Anticamente erano collegati fra di loro anche tramite un’ampia galleria che correva all’interno delle singole cortine e che, con il tempo, è stata chiusa essendosi riempita di terra e radici degli alberi. 
Altra particolarità era che ogni baluardo doveva essere dotato di un pozzo proprio per rifornire d’acqua fresca i difensori e per consentire le varie lavorazioni che vi venivano eseguite (fra le altre vi esisteva una piccola fonderia per la preparazione delle palle per i cannoni che spesso erano appunto realizzate in loco).
Diversa è la planimetria dei vari baluardi spesso dettata dalla necessità di inglobare nella costruzione le precedenti fortificazioni. Vi sono alcuni baluardi (San Colombano, San Paolino) in cui tutt’ora si possono trovare parti delle fortificazioni romane e medievali abilmente inglobate nella costruzione rinascimentale. Si passa dai più semplici in cui sono previsti solo grandi corridoi di scorrimento ad altri dotati di ampi saloni in cui venivano conservati i rifornimenti.
Dal loro interno tramite si poteva salire sulla piazza superiore ed accedere, tramite una scala a chiocciola, alle casermette dove risiedevano i soldati.
Dai corridoi si accedeva alle due cannoniere laterali (Troniere) dove spesso si possono ancora vedere le porte (oggi murate) che davano accesso i depositi della polvere nera.
In queste aree si potevano spostare agevolmente i cannoni traditori e soprattutto vi si potevano ammassare truppe per organizzare contrattacchi. Infatti, in ogni cannoniera è aperto un passaggio (detto sortita) da cui potevano uscire i cavalieri per organizzare un contrattacco contro eventuali nemici che fossero giunti in prossimità delle mura. Caratteristica di queste “sortite” era che l'uscita verso l'esterno era, di solito, murata con una leggera parete di mattoni in modo che risultasse invisibile al nemico ma che potesse essere facilmente abbattuta dall’interno in caso di necessità. Cercate di immaginarvi un nemico che avesse attaccato la città nella zona degli attuali Macelli e si fosse avvicinato sino alle mura da dove potevano giungere i cavalieri per un eventuale contrattacco? Le porte più vicine erano quelle di Santa Maria e di San Pietro distanti comunque quasi un chilometro mentre abbattendo i muri delle sortite si poteva contrattaccare dal baluardo di San Salvatore e da quello della Libertà. Una soluzione semplice e geniale per contribuire all’imprendibilità delle nostre mura. 
Il baluardo San Pietro è uno dei baluardi più semplici nella sua struttura: il grande corridoio centrale si biforca consentendo l'accesso alle due cannoniere laterali. Dal corridoio centrale, tramite una scala a chiocciola si poteva salire sul baluardo ed accedere alla casermetta. Come ogni baluardo anche questo era dotato di un pozzo per il rifornimento dell'acqua indispensabile nei casi di assedio e per i lavori di fusione delle palle di cannone che venivano spesso realizzate in loco.

Massimo Baldocchi
Vicario della Compagnia Balestrieri Lucca

lunedì 20 agosto 2018

Notte Bianca e Ludus Balistris 2018

Lunedì 20 Agosto 2018 - LUCCA

Sabato 25  la Compagnia Balestrieri Lucca dovrà sdoppiare le sue forze per poter offrire ai lucchesi uno spettacolo degno delle sue migliori tradizioni in quanto l’Associazione oltre ad animare la Notte Bianca con i suoi spettacoli sarà presente al "Ludus Balistris 2018" a Volterra per un’importante gara di tiro con la Balestre che vedrà la partecipazione di alcune delle più forti compagini nazionali sia della F.I.B. che della L.I.T.A.B.. 

Comunque, forte dei suoi numerosi soci (ad oggi circa 250) la Compagnia è in grado tenere aperta la Sede (Baluardo San Pietro) con le continue esibizioni dei membri dei vari gruppi. Sarà quindi possibile assistere alle attività svolte dal gruppo con musici e sbandieratori (cannoniera est), balestrieri (campo di tiro), arcieri (cannoniera ovest) e membri del gruppo di danza (casermetta). Quella di sabato sarà un’occasione per vedere da vicino l’attività svolta dai membri dei vari gruppi senza tralasciare la possibilità (per grandi e piccini) di provare il tiro con la balestra, quello con l’arco (assolutamente innocui ed opportunamente dimensionati anche per i bambini) o qualcuno degli antichi giochi popolari come quello dello schiaccianoci.

Dopo il successo  decretato lo scorso anno dal pubblico, sarà nuovamente proposto il Tour "incantato" dei sotterranei dove un incaricato accompagnerà il pubblico attraverso il sotterraneo spiegandone le sue origini ed il suo uso militare. Il tutto con la possibilità di incontrare “strane ed inquietanti presenze”… che potranno narrare alcune delle leggende legate ai sotterranei delle mura ed ai loro frequentatori.

Il Tour avranno inizio alle 21:00, 22:00, 23:00 e consigliamo di prenotarsi nei giorni precedenti presso l’Ufficio Turismo del Comune di Lucca o presso la Compagnia Balestrieri chiamando il 338/2371277.

Vi aspettiamo numerosi, INGRESSO LIBERO.

Compagnia Balestrieri Lucca

mercoledì 8 agosto 2018

Le Vie di Lucca

Mercoledì 08 Agosto 2018 - LUCCA

LE VIE DI LUCCA

Voglio cominciare oggi una piccola rubrica volta a cercare di chiarire il perché le vie di Lucca portino i loro nomi. Per prima avrei pensato di spiegare il toponimo di quella che più di ogni altra sintetizza l’immagine stessa della nostra città:

VIA FILLUNGO
Congiunge Canto d’Arco con Piazza Santa Maria e deve il suo nome al Castello del Fillongo che la famiglia Falambrina possedeva in Garfagnana. I Falambrina, nobile famiglia lucchese sin da prima del 1000 era feudataria dei castelli di Segromigno e del Fillongo ed aveva le loro case proprio davanti al Canto d’Arco.  I Falambrina godevano di molteplici privilegi fra cui quello di poter essere i primi a rendere omaggio ai nuovi Vescovi all’atto del loro insediamento e nello Statuto comunale del 1308 il loro nome è compreso nell’elenco dei nobili. Nel 1308 dovettero subire l’esilio per la loro fede ghibellina e poterono rientrare in Lucca con l’avvento di Castruccio Castracani. Nel 1331 furono presenti al Giuramento di Fedeltà a Giovanni di Boemia.
Il toponimo “Fillongo” è molto antico ma fino alla seconda metà dell’800 non indicava tutta la strada bensì solo il tratto iniziale della stessa in quanto era divisa in tre parti: Il primo tratto compreso fra Canto d’Arco e la Piazza dei Mercanti si chiamava Via Fillongo, il secondo  che andava sino a via degli Angeli e via Mordini si chiamava “Via Pantera” e quello successivo fino a Piazza S. Maria  si chiamò dapprima “Prima Ruga di Borgo” e successivamente “Via Grande” e poi “ Via di Porta S. Maria di Borgo”.
Il nome Fillongo fu cambiato all’inizio dell’800 quando in alcune carte compare come Fil-Lungo il che lascia pensare che i nostri antenati abbiano voluto indicare le sue caratteristiche di strada stretta e lunga.

VIA CANULEIA E VIA CHEREA
Queste due strade che congiungono Via Mordini a Via dell’Anfiteatro ed i due toponimi fanno riferimento al nome di due personaggi della storia romana: Caio Canuleio (tribuno della plebe nel 445 a.C. cercò di creare l’uguaglianza fra le varie classi sociali) e Cassio Cherea (capo dei Pretoriani che uccisero l’imperatore Caligola invocando il termine dell’Impero ed il ritorno ad una repubblica).  Cosa c’entrano questi personaggi con Lucca? Niente! Forse la loro vicinanza all’anfiteatro contribuì a determinarne il nome che fu dato a queste strade da coloro che ripristinarono in Lucca la Repubblica Democratica portandovi le idee di romanità e libertà volute dalla Rivoluzione Francese che in questi personaggi vide i precursori dei propri ideali.

VIA DEL BASTARDO
Strada che unisce via Brunero Paoli con Via della Quarquonia deve il suo nome ad una fortificazione particolare con le caratteristiche del Mastio che sorgeva dove ora è il baluardo di San Salvatore e la Casa del Boia. Questa fortificazione, costruita nel XV secolo contribuì a rinforzare le difese esterne dei Borghi che in quegli anni erano protetti da palizzate collegate alle mura del 1200. In pratica il nome è riferito a tutta la zona proprio per ricordare questa grande opera di difesa esterna.

VIA DELLA FRATTA

deriva il suo nome dal termine latino "fractus" che significa rotto, spezzato da cui "Fracta" che significa siepe o macchia. In antico questo luogo era detto "in Lischia" che è il nome dei faggi per cui se ne deduce che era sede di un bosco di faggi. Detta zona era famosa perché nel 1195 fu sede di una feroce scontro fratricida fra gli abitanti delle Porte (antiche divisioni della città) di San Frediano e San Donato contro quelli delle Porte di San Gervasio, San Pietro e di Borgo guidate rispettivamente da Rodolfo Viviani e da Lotto da Chiari.



Massimo Baldocchi
Vicario della Compagnia Balestrieri Lucca